I tirocini extracurriculari prevedono una formazione concreta in azienda con un indennizzo mensile che possa agevolare lo stagista anche economicamente.
Il tirocinio extracurriculare consiste in un periodo di formazione e orientamento on the job di durata variabile, che si intraprende al fine di ottenere un’esperienza concreta nel mondo del lavoro. A differenza del tirocinio curriculare, che si svolge durante gli studi universitari, il tirocinio extra curriculare può essere attivato soltanto dopo il conseguimento della laurea.
Il tirocinio extracurriculare si svolge all’interno delle aziende del settore per cui si è interessati ricevere formazione, con lo scopo di raccogliere sempre più conoscenze sul campo. L’obiettivo primario è favorire l’occupazione della fascia di popolazione più giovane e già in possesso di un curriculum di studi universitari in mano.
In base alle norme regionali, i tirocini extra curriculari possono essere attivati in favore di neo laureati entro un anno dal conseguimento del titolo, con estensione in casi particolari, con l’acquisizione di dottorati di ricerca o master.
Il tirocinio extracurriculare viene attivato dall’ente promotore dello stagista, ovvero l’università, un provveditorato, il centro per l’impiego o altri enti similari, nell’azienda in cui è presente una convenzione. Questa dovrà corrispondere alle esigenze dell’utente che usufruirà del tirocinio.
La convenzione prevede: i nomi dei tutor che seguiranno lo stagista, orari di svolgimento delle mansioni previste dal tirocinio, gli obiettivi finali e tutte le informazioni necessarie.
Ma quali sono i requisiti che bisogna avere per poter presentare domanda ed accedere allo stage extra curriculare? Nel particolare, bisogna appartenere ad una delle seguenti categorizzazioni:
Gli stage extra curriculari non possono essere attivati nelle aziende con cui il soggetto ha avuto rapporti lavorativi o di collaborazione alla richiesta di stage nei 24 mesi precedenti, nonostante il possesso dei requisiti sopra elencati. Ciò è stabilito per evitare abusi vari ed eventuali di questa possibilità occupazionale.
La normativa di riferimento non esplica il numero di stage che si possono fare contemporaneamente o il numero massimo. Certo è che bisogna rispettarne la modalità part-time.
La durata del tirocinio post laurea subisce variazioni in base ai requisiti con cui si presenta domanda e alle esigenze aziendali. Fatta eccezione degli stage conseguiti per le attività stagionali, la durata prefissata degli stessi è di almeno 2 mesi fino a non oltre i 24 mesi. È possibile richiedere una proroga presso l’azienda afferente, ma sempre rispettando i limiti dei 24 mesi.
Di norma, il tirocinio post lauream dura:
La durata delle prestazioni lavorative settimanali non devono superare le 40 ore, con divieto di svolgere mansioni nelle ore notturne, durante i giorni festivi e di domenica, fatta eccezione il recupero di una giornata lavorativa previamente concordata con il tutor.
Il tirocinio potrà essere interrotto prima del tempo concordato, senza necessità di preavviso, da entrambe le parti. Non si incorre in nessuna sanzione in tal caso.
In altri casi, potrà essere sospeso per motivi come:
Dopo il periodo di sospensione motivata del tirocinio, si potrà tranquillamente riprendere il proprio percorso di apprendimento in azienda.
Ogni azienda può prendere a carico un numero limitato di stagisti, in base alla presenza di dipendenti a tempo indeterminato presenti nell’organico.
Nello specifico:
Non si può, quindi, procedere nell’attivazione di nuovi tirocini nel momento in cui il soggetto ospitante ha raggiunto i limiti dei numeri sopra indicati. Ciò è previsto nella normativa che esplica il rapporto lavoratore/tirocinante. Questo rapporto varia da una regione ad un’altra, quindi è sempre bene controllare le normative regionali afferenti.
Per quanto riguarda il tutor aziendale, anch’egli ha un limite di tirocinanti che può seguire: 5 tirocinanti di cui 3 extracurriculari. Oltre quel dato, non possono essere accettati altri tirocinanti.
Il tutor ha il compito di seguire il tirocinante in tutte le fasi di stage all’interno dell’azienda. Egli si occuperà di assegnare mansioni, verificarne il corretto svolgimento, valutare le attività, guidare lo stagista nell’apprendimento di nozioni specifiche e invogliarne la curiosità. Un ruolo importante, che determinerà il corretto svolgimento del tirocinio extracurriculare.
Al termine del percorso formativo, il tutor redigerà una relazione finale sulle attività svolte dallo stagista, un dossier personale e l’attestazione.
Per quanto riguarda la retribuzione mensile, invece, il tirocinio per laureati è retribuito con un indennizzo che va dai 300 ai 600 euro mensili. Questo è un requisito obbligatorio, senza il quale non può attivarsi il tirocinio. Al termine dello stage extra curriculare, al tirocinante sarà consegnato un attestato che attesti le competenze acquisite. Lo stagista non ha diritto a ferie, permessi o giorni di malattia retribuita, ma potrà concordare spostamenti di orario di stage con il proprio tutor aziendale.
Al termine del proprio stage in azienda, è richiesto al tirocinante una relazione in uscita. In questa fase, il tirocinante è chiamato a fare un’autovalutazione delle attività svolte, con elementi di riflessione personali. Si procederà, quindi, con la descrizione dell’azienda per cui si è fatta richiesta di stage, le attività svolte sotto supervisione del tutor, le competenze acquisite e l’autovalutazione finale. Il tutto verrà consegnato all’ente promotore, che formulerà un giudizio sull’esperienza del candidato. Molto utile includere nella relazione tutte le osservazioni sorte durante il periodo di tirocinio, al fine di migliorare l’esperienza di stage extracurriculare.